*Prototipi Autobianchi*

Autobianchi Runabout


Una strana vettura, sembra un po' una navetta spaziale e un po' un motoscafo: e' invece la 'Runabout', una dream car di Bertone del 1969. Nella parte anteriore, nei volumi e nella disposizione meccanica prefigura la Fiat 'X1/9', di cui collaudo' la disposizione del motore centrale-trasversale. Della vettura, marcata Autobianchi, il muso e' forse la parte piu' caratteristica, assieme alla carrozzeria sfuggente in fibra di vetro. I fari sono "incastonati" ai lati del rollbar, i passaruota sono pronunciati per poter ospitare pneumatici di sezione larga, i due sedili sono dotati di poggiatesta, gli interni sono essenziali e ultramoderni, i comandi a pulsante sono raggruppati davanti al posto guida, mentre il tachimetro, "a bussola", si trova sopra la plancia, protetto da una palpebra. La 'Runabout'venne presentata al Salone di Torino del 1969.



Autobianchi Runabout (1969)






Autobianchi Runabout






Simile nelle linee a un motoscafo, montava il motore '903' della neonata Autobianchi 'A112'. Il prototipo fece scalpore, ed era proprio cio' che Bertone voleva.. Bertone vinse la sua battaglia e assieme alla Fiat avvio', sulla base della "Runabout", il progetto della "X1/9" di serie. Ci vollero quasi tre anni per la definizione del modello finale ma alla fine la 'Runabout', con un nuovo nome, entro' in produzione. Non capita spesso che una dream car abbia un seguito.
Le eccezioni sono pero' sempre benvenute.





Autobianchi A112 'Giovani'


L'Autobianchi A112 Giovani e' un prototipo - concept car, realizzato dalla Pininfarina in esemplare unico, nel 1973, su meccanica A112 Abarth. Nell'ideare questa special destinata a una clientela di giovani, la Pininfarina si prefisse l'obbiettivo di realizzare una vettura dalla linea accattivante, con buone prestazioni e dall'utilizzo prevalentemente ludico, ma anche con costi di costruzione e di gestione molto contenuti.
Quale base di partenza venne scelto l'autotelaio dell'Autobianchi A112, una vettura affidabile e costruita in grande serie, economica e di piccola cilindrata, particolarmente apprezzata dalla clientela giovanile, specie nella sua versione Abarth. Il risultato fu uno spider con tettuccio rigido amovibile a due posti secchi, dalle linee squadrate, a meta' tra un'auto da rally e una spiaggina.







Autobianchi A112 'Giovani' (1973)









Autobianchi A112 'Giovani'







La carrozzeria appare visivamente formata da due gusci sovrapposti, ove quello inferiore e' piu' largo del superiore. Questa differenza di sezioni crea un aggetto che perimetra l'intero veicolo sulla linea di cintura, ad eccezione della parte frontale, permettendo di ospitare una robusta struttura di protezione attorno all'abitacolo. Il frontale e' caratterizzato dalla calandra a proiettori incassati e dalla presa d'aria decentrata per il radiatore, sagomata a logo Autobianchi.

La parte posteriore, del tipo a coda tronca, e' formata da un roll-bar di generosa sezione che delimita un ampio lunotto termico. Gli interni, per rispettare i propositi progettuali della vettura, risultano estremamente essenziali, compresi gli austeri ed eleganti sedili in ferro e plastica. In plastica anche il cruscotto, i rivestimenti interni, i paraurti e il tettuccio asportabile. Ogni particolare venne studiato per ridurre il peso e i costi di costruzione, evitando le dotazioni non strettamente necessarie e recuperando tutta la componentistica possibile dalla produzione di serie. Tra le assenze piu' evidenti, quella del portellone posteriore per l'accesso al pur ampio bagagliaio, posto dietro i sedili. I gruppi ottici, le ruote, la strumentazione, il volante, i tergicristalli, le maniglie delle porte e dei finestrini sono gli stessi delle "A112" di serie.

Il prototipo era gia' studiato per l'immediata industrializzazione, ma nonostante il gradimento mostrato dal pubblico e dalla stampa specializzata, la "A112 Giovani" non giunse alla fase produttiva.